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martedì 29 marzo 2011

Comic Art - la rivista dello spettacolo disegnato

Uscita nel giugno del 1984 e diretta da Rinaldo Traini fu per me giovane diciasettenne una meravigliosa finestra sul mondo del fumetto e dell'illustrazione.
Nel primo numero c'erano: Vittorio Giardino, Alfonso Font, Toni Garcés, Lee Falk e Ray Moore (Panthom), Lee Falk e Phil Davies (Mandrake), Ségar (Popeye), Hugo Pratt, Edgar Pierre Jacobs, Didier H. Comés, Pablo Echaurren, Daniel Torres, Rudolph Dicks, Milo Manara, Daniele Panebarco, Manfred Sommer, B. Cannucciari, L. Howard e Oswal.
Nei numeri seguenti la rivista diede spazio ad autori quali Bernet & Segura, Calegari, Toppi, Alex Raymond,
Serpieri, Bonvi, Will Eisner, Magnus, Saudelli, Micheluzzi, Cinzia Ghigliano, Mattioli, Breccia, Canossa &
Baldazzini, Berardi & Milazzo, Serpieri, Abuli e Bernet, De La Fuentes, Dal Pra & Torti, Milton Caniff, Moebius, Juan Gimenez, Pat Sullivan, Mordillo, Quino, Buzzelli, Jacovitti, Sesar, Pazienza, Trillo & Trigo, Mannelli, Perini.
Purtroppo nel 2000 Rinaldo Traini decide amaramente (non siamo certo in Francia, dove il fumetto gode di ottima salute) di sospendere le pubblicazioni e lascia un vuoto tutt'ora incolmato.

http://www.comicartclub.com/home.asp

Comic Art copertine dei numeri 12 , 14 e 33

venerdì 18 marzo 2011

Juan Gimenez

Grandissimo disegnatore argentino (Mendoza, 1943), scoperto, molti anni fa, sulle riviste L'eternauta, ComicArt e Skorpio.
I suoi disegni hanno debiti importanti a partire da Pratt (suo primo maestro) passando per Moebius, Bilal, Zanotto.
Il suo segno grafico è realistico, preciso, dettagliato, sia nel bianco e nero (vedi Francisco Solano Lopez o José Muñoz) che nell'uso dei colori chiari, primari (vedi Sergio Toppi) e il contrasto dei toni tra primo piano e sfondo fa risaltare il contorno delle figure. Personalmente ritengo molto fascinosi i suoi lavori legati alle tematiche fantascientifiche dove scorgo affinità con le atmosfere cinematografiche di Blade Runner/Alien di Ridley Scott e di Dune di David Lynch.


Qui sotto un suo schizzo per gentile concessione dell'amico - e grande collezionista di fumetti - Diego Culatti.

















sito ufficiale: http://www.juangimenez.com/

lunedì 14 marzo 2011

Rosso sangue / Mauvais sang

Era il 1986 è usciva nelle sale un film di Leos Carax Rosso sangue (Mauvais sang). Lo andai a vedere con qualche amico coraggioso al Charlie Chaplin di via Garibaldi a Torino (ora ahimè scomparso per lasciare posto, in uno spazio di grande suggestione, ad un negozio di abbigliamento). Mi piacque moltissimo per via di quelle immagini splendide (che da sole bastavano a sorreggere la sceneggiatura), il montaggio serrato, la corsa del protagonista Denis Levant sulle note di Modern Love di David Bowie, il viso di Juliette Binoche.
Un film affascinante ed intenso con giochi di prestigio visivi come le "disinquadrature" (visi tagliati dal bordo dello schermo) o il sonoro fuori sincrono (già di Godard e ripresi poi dal Fuori Orario televisivo di Enrico Ghezzi), l'uso del rallenty e citazioni a cominciare dal titolo  - una prosa di Rimbaud - per poi passare al fumetto con il cameo di Hugo Pratt  nel ruolo di un killer. Da rivedere.
Una delle sequenze più intense del film in cui la musica (Bowie) e le immagini si esaltano a vicenda.

Rosso sangue/Mauvais sang di Leos Carax con Michel Piccoli, Juliette Binoche, Denis Lavant, Julie Delpy, Hans Meyer, Hugo Pratt (1986)




giovedì 10 marzo 2011

Moebius/Jean Giraud

La Fondation Cartier pour l'art contemporaine di Parigi celebra il genio di Jean Giraud (alias Moebius/Gir) con la mostra Transe Forme fino al 13 marzo 2011. (http://fondation.cartier.com/).
Il disegnatore francese, nato nel 1938 a Fontenay-sous-Bois, ha rivoluzionato la bande dessinée attraverso il suo segno inconfondibile. Fondatore negli anni 70/80 della mitica rivista Metal Hurlant
ha disegnato i capolavori L'incal (con A.Jodorowski), Blueberry, Arzach, Il Garage ermetico di Jerry Cornelius, Edena.
Grandissimo.



mercoledì 9 marzo 2011

Saul Bass

Quanto dobbiamo a Saul Bass (1920-1996). Egli fu un pioniere nel creare vibranti sequenze che trasformarono la funzione dei titoli di testa dei film da pragmatica comunicazione a mini narrazioni usate come metafore visive per per dare un senso e un carattere visuale al film.
Convinto che il film inizi con il primo fotogramma di pellicola Bass volle catturare l'attenzione dello spettatore fin dallo speglimento delle luci nella sala cinematografica con la creazione di titoli di testa intesi come una piccola anticipazione simbolica del contenuto del film.
Le sue sequenze grafiche iniziali sempre in sintonia con la musica sono riconoscibilissime: da The Man with the Golden Arm/L'uomo dalla Pistola d'Oro, Anatomy of a Murder/Anatomia di un Omicidio e Carmen Jones di Otto Preminger, a Psyco e Vertigo di Alfred Hitchcock, West Side Story di Robert Wise, sono riconoscibilissime e fanno uso di numerose tecniche: fotografia, collage, fotomontaggi, animazioni.  
A lui fecero riferimento pur con le dovute differenze stilistiche e di mezzi:
- Pablo Ferro (Dr. Strangelove/Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick)
- Richard e Robert Greenberg (Alien di Ridley Scott; Altered States/Stati di Alterazione di Ken Russell)
- Kyle Cooper (Se7en di David Fincher, The Island of Dr. Moreau/L'isola del Dr. Moreau di John Frankenheimer, Body Double/Omicidio a luci rosse e Mission Impossible di Brian De Palma).



Per chi fosse interessato consiglio:
Jeff Bellantoni e Matt Woolman, Type in Motion - innovations in digital Graphics, Rizzoli International Publications Inc, New York

Altre info con immagini e video:

giovedì 3 marzo 2011

Little Nemo


Avevo 14 anni, o giù di lì, quando convinsi mio papà ad acquistare il bellissimo volume edito da Garzanti "Little Nemo" di Winsor McCay. Era piuttosto costoso e mio papà convinse il libraio a venderglielo scontato per via della copertina scollata. Per me fu una vittoria, e un'emozione enorme come quella descritta nella prefazione da Woody Gelman.
Il tratto di McCay mi piaceva moltissimo e le sue tavole sono ancor oggi, a distanza di più di 100 anni, straordinarie. Sorprendenti per fantasia, innovative per concezione (McCay fu un innovatore sia del fumetto che un anticipatore dei cartoni animati).
Little Nemo in Slumberland apparve per la prima volta sulla pagina domenicale del quotidiano americano New York Herald il 15 ottobre 1905 e divenne un appuntamento fisso e seguitissimo fino al 1911. Raccontava i sogni straordinari di un bambino, Nemo appunto, il quale immancabilmente alla fine di ogni sogno (e quindi di ogni pagina) finiva per svegliarsi ai piedi del letto costituendo un contrappunto stilistico e narrativo che lo caratterizzò per l'intera serie. Lo stesso accadeva con il suo fumetto precedente "Little Sammy Sneeze" nel quale le prime tre vignette costituivano la preparazione allo starnuto, la quarta lo starnuto e la quinta gli effetti secondo uno schema tipico dei fumetti dell'epoca in cui piccole variazioni richiamavano il movimento delle lastre fotografiche di Muybridge.
In Nemo invece McCay rivoluziono i canoni dell'epoca e resero lo spettatore non più soggetto passivo (anche nei confronti del neonato cinematografo) ma attivo e partecipe, anzi addirittura dentro la storia nello spazio fluido e infinito delle sue tavole disegnate.
Nel leggere i disegni di Little Nemo si avverte proprio questo: la volontà di stupire il lettore attraverso scenografie immaginifiche come quelle dei tanti Parchi di Divertimento frequentati per lavoro da McCay.
Egli fu senza dubbio un innovatore per le invenzioni compositive della tavola (la stessa inquadratura divisa in due vignette, la ripetizione del disegno in più vignette, le inquadrature atipiche, il ritmo delle vignette).

Quello che mi colpì fin dall'inizio fu la grande maestria di McCay nel disegnare in prospettiva e qualsiasi cosa gli venisse in mente: palazzi, città intere, animali di ogni specie, veicoli di vario genere e sotto tutti i punti di vista la sua fantasia richiedesse.
Si può dire che quel piccolo Nessuno esplorava ogni notte un fantastico Paese del Sonno che è anche per me è anche senza dubbio quello del Disegno.
Si narra che McCay fin da bambino disegnasse moltissimo, qualsiasi cosa, che avesse un'impareggiabile spirito di osservazione e una memoria prodigiosa che gli permisero, attraverso una tecnica senza pari, di padroneggiare con grande velocità il disegno.
Naturalmente sono molti gli omaggi a questo autore dai suoi colleghi contemporanei: Moebius, Mattotti, Giardino (little Ego), Igort, Spiegelman, ecc.


Consiglio a tutti gli amanti della grafica e del fumetto quindi, questo capolavoro Little Nemo in Slumberland attraverso due testi e invito chiunque legga questo blog a segnalarmi eventuali nuovi contributi
- Little Nemo, di Winsor McCay, Garzanti
- Little Nemo, 1905-2005 un secolo di sogni, Coconino Press

Alcuni contributi su internet:
- http://www.ubcfumetti.com/enciclopedia/littlenemo/
- http://www.stradanove.net/news/testi/fumetti-06a/fabrz0704061.html

Per gli appassionati di fumetto e illustrazione a Torino segnalo:
- Libreria/galleria del fumetto d'autore Little Nemo - via Montebello 2/d
- Libreria del fumetto Figuriamoci - via S. Massimo 2/b
- 901 COMICS RESORT  (Vittorio Pavesio Productions) - via di Nanni 49
- J.A.C.K. - Via S. Domenico 15B