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mercoledì 22 marzo 2017

Fuoriasse n°19 - marzo2017 - Magazine trailer

Quando, a inizio gennaio, Mario Greco mi chiese di disegnare la copertina di questo numero di Fuoriasse, che ha come tema la memoria, accettai subito perchè esso costituisce un elemento ricorrente nella mia ricerca artistica.
In quei giorni stavo realizzando degli studi per una nuova opera pittorica e decisi che potevano essere diversamente elaborati per diventare un’illustrazione.
Il lavoro, dal titolo “Disgregazione”, raffigura un anziano la cui immagine frantumata tenta di ricomporsi afferrando i frammenti che fluttuano alla deriva. Tale rappresentazione, nella mia intenzione, si prestava a diverse chiavi interpretative: ci racconta della perdita dell’identità, della memoria, di un individuo alla ricerca di se stesso o del proprio posto nel mondo, del deterioramento della materia e dello scorrere impietoso del tempo; in definitiva di una lotta perenne contro uno sgretolamento che definirei ontologico.
Ma chi è quell'uomo? Sei tu?”, mi chiede Mario quando gli consegno l’immagine.
Io? Forse. O è il mio alter ego, l’artista in perenne ricerca di se stesso”.
A ben guardarlo assomiglia un po’ a Primo Levi, lo scrittore di “Se questo è un uomo” che indossa una maglietta riportante il motto: “Je est un autre” (Io è un altro): è la celebre frase di Rimbaud che ha illuminato con la sua poesia l’esistenza di molti.
È, dunque, il poeta francese nella tesi che non sia morto a 37 anni?
Anche. Oppure, più semplicemente, quell’uomo siamo noi tutti che almeno una volta nella vita ci siamo sentiti disgregati.

Qui sotto il link alla rivista:
http://www.cooperativaletteraria.it/index.php/fuoriasse/116-fuoriasse-19/785-fuoriasse-18.html

giovedì 25 settembre 2014

(S)TRIP TO GAZA - Pencils not Bombs.


(S)TRIP TO GAZA. Pencils not bombs.
Con questa campagna si dà voce e immagini alla richiesta di pace, al messaggio di non belligeranza e di pacifica convivenza tra i popoli. I disegni donati, saranno in vendita, per una raccolta fondi per contribuire alle spese sanitarie. Il denaro per i disegni verrà versato direttamente a "Terre des hommes".
Per info http://comicout.blogspot.it/

Inoltre il disegno che ho realizzato è stato selezionato per due mostre:
la prima si inaugurerà il 27 settembre a Pietrasanta (Versilia) in occasione di DoCartoon (www.docartoon.it) e la seconda per Terra di Tutti Film Festival TTFF a Bologna dal 8 al 12 ottobre. 

lunedì 7 ottobre 2013

RUGHE



 Ritorno a parlare di Graphic Novel, (o Romanzo a fumetti, o Fumetto d'autore), ovvero di un fumetto in cui le storie sono piuttosto lunghe, autoconclusive (a differenza dal fumetto seriale) e in genere rivolte ad un pubblico adulto. Questa volta lo faccio per consigliare un volume edito da Tenuè nella collana Le Ali dal costo assai contenuto (7,90 €). L'autore è lo spagnolo Paco Roca e il fumetto s'intitola Rughe.
Si tratta di un'opera notevole per una serie di motivi.
Innanzitutto per la storia: viene trattato il tema dell'Alzheimer e più in generale della vecchiaia e della memoria (perciò riguarda ognuno di noi);
In secondo luogo per il modo con cui questi temi sono trattati: in maniera intelligente, delicata e coinvolgente. Compaiono tutte le sfumature dei sentimenti umani: la rabbia, la gioia, la rassegnazione, la bontà, l'ironia, ecc. Insomma c'è la vita.
Poi c'è la tecnica narrativa piena di trovate, di gags, tutte efficaci e funzionali alla storia.
Infine c'è il segno: semplice ma non semplicistico e ben colorato. La copertina è perfetta.
L'ho letto (anche perchè purtroppo in famiglia c'è una persona affetta dal morbo di Alzheimer) insieme ai miei figli di 8 e 11 anni spiegandogli i passaggi più difficili da interpretare. E l'ho regalato ad amici che ne sono stati piacevolmente colpiti. Personalmente ritengo che sia anche un perfetto esempio (meglio di tanti manuali) di come dev'essere realizzato un buon racconto a fumetti.
E' un fumetto che commuove. Sicuramente uno dei più belli e poetici degli ultimi anni.

Magistrale.

Per onor di cronaca Rughe:
- è stato adottato dall'AIMA - Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (1 € del prezzo di copertina viene devoluto all'AIMA);
- ha vinto numerosi premi: Romics d'oro 2013, Japan Prize 2012, Premio nazionale di Spagna 2008, Miglior fumetto spagnolo per il Diario de Avisos di Tenerife, Miglior opera al Salone internazionale del fumetto di Barcellona, di Madrid e per il Gran Guinigi di Lucca Comics and Games 2008;
- è stato tradotto in Europa, Stati Uniti e Giappone ed è anche stato pubblicato un successivo racconto a fumetti dal titolo Emotional World Tour che riassume le tappe del giro promozionale di Rughe.
- è diventato anche un film d’animazione  Arrugas-Rughe, diretto da Ignacio Ferreras e prodotto da Perro Verde Film, viene distribuito in Italia da EXITmed!a.

Paco Roca, Rughe
Tunuè, 2013
pp. 96,
7,90 €

http://pacoroca.wordpress.com/




 
La copertina della graphic novel                    Un disegno dell'autore per l'amico Diego.









mercoledì 3 aprile 2013

Love is a virus - atto II



Con la Pasqua 2013 si conclude il progetto di arte urbana partecipativa "love is a virus" iniziato a Natale 2012 (vedere post precedente).
Sono state realizzate in tutto 6 installazioni luminose:
- Via Carlo Ignazio Giulio 31, Torino;
- Via San Domenico 30, Torino;
- Via Via Allioni angolo corso Principe Eugenio, Torino;
- Via delle Orfane 30, Torino - presso il B&B Aprile - e
- Piazza del Plebiscito a Castel di Sangro (AQ)

Una parte significativa del ricavato della vendita delle opere è stato devoluto all'associazione missionaria Lulabù Onlus (http://www.lulabu-onlus.it/) per il "progetto orto" volto a sostenere e formare umanamente e professionalmente giovani studenti con famiglie in gravi difficoltà economiche e socialmente svantaggiate dello stato africano del Bénin.

Con questo "ultimo atto" il progetto di arte partecipativa "love is a virus" raggiunge la sua compiutezza e il virus dell'amore (per me l'unico antidoto contro la morte) sbandierato dai nostri balconi, raggiungerà luoghi lontani per contagiare le coscienze.

Un ringraziamento va quindi a Marco Visintini e Emanuela Sola, Cristina Lanfranco del B&B Aprile, Davide e Pina Pagano, Renata Pellizzaro e Mauro Demaria, Sabrina Bartolucci e Virgilio Verlingieri che, aderendo al progetto artistico (l'arte è un atto sociale, per dirla con Pistoletto), hanno contribuito alla sua realizzazione.



giovedì 15 novembre 2012

Love is a virus

 



 



Sono passate quattordici edizioni da quel Natale del 1998 quando le Luci d'artista fecero la loro comparsa a Torino diventando ben presto una delle manifestazioni più attraenti (e copiate, in Italia e all'estero) della città.
In quell’occasione, vincendo un concorso d’idee, realizzai l’installazione L'amore non fa rumore che viene allestita, ogni anno, in luoghi sempre diversi.
In questa quindicesima edizione di Luci d’artista l’installazione non è presente in città in quanto, come già accaduto negli anni scorsi (installata a Salerno e a Napoli) sarà altrove. Forse a Lione.
Ormai da qualche anno mi sono abituato a non averla più qui, vicino a me, ma un pò in giro com’è giusto che sia per un "figlio" che, diventato adulto, si conquista la propria autonomia.
Perciò, per sopperire alla mancanza, ho deciso di crearne una nuova, semplice e personale, riprendendo il filo del discorso iniziato allora con l'amore non fa rumore. Un fil rouge, luminoso e rosso appunto, che lo scorso natale recitava love is beautiful parafrasando il celebre film, squisitamente natalizio, it's a wonderful life di Frank Capra.
Quest'anno il tema dell'amore - che nel ‘98 era silenzioso perchè nato nel turbolento quartiere di S. Salvario a testimonianza di come spesso ciò che non fa rumore, che non si sente, non fa notizia - si fa più complesso, intrecciandosi con quello del linguaggio. L'amore come linguaggio dunque, e il linguaggio come virus, citando l'equivalenza che da Burroughs arriva a Laurie Anderson.

L'amore silenzioso del 1998, diventa consapevole con love is beautiful nel 2011 e contagioso oggi: love is a virus.
Paragonare la passione amorosa ad una malattia è un topos della poesia romantica.
Ma non è solo all'amore per la donna amata per la quale ci si può ammalare (Catullo, Carme LI) che mi riferisco: anche all'amore nella sua pienezza, all'Amore universale che come un virus, mi auguro, contagi il mondo intero.
L'installazione luminosa LOVE IS A VIRUS sarà visibile dalle ore 18 di giovedi 15 novembre allangolo tra Via Giulio e Corso Principe Eugenio.
Da quest'anno il progetto diventa partecipativo con l'invito, a chi fosse interessato, a contattarmi per allestire il proprio balcone, finestra o abitazione.
 

VUOI DIFFONDERE IL VIRUS? / DO YOU WANT TO SPREAD THE VIRUS?
 
L'amore non fa rumore, Largo Saluzzo, Torino, 1998
(foto Olivetti/D'Avico)

L'amore non fa rumore, Via Verdi, Torino, 2007
 
 




L'amore non fa rumore, Salerno, 2008


 

domenica 4 novembre 2012

Le metamorfosi del viaggiatore


Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma.
                                                                            Bruce Chatwin


Bella la mostra che in questi giorni, e fino al 2 dicembre, si può visitare a Milano. Una mostra - risultato di un precedente concorso - che, attraverso l'esposizione  di centoventitré opere singole, diciotto carnet di viaggio e nove fumetti, esplora il tema del viaggio: da quello interiore, a quello immaginario, da quello fantastico legato a una lettura o a una visione, a quello avventuroso e senza meta di chi non ha nulla da perdere. Viaggi low cost, viaggi mai realizzati, ricordi, viaggi sognati, estremi, solitari, interrotti, verso Oriente, coast to coast o anche solo nella propria città o nella propria stanza.
Una piccola sezione è dedicata anche al grande carnettista Stefano Faravelli che con i suoi magnifici taccuini ci porta in Giappone, Cina, Egitto, Marocco, Mali...
Quando li realizza, Faravelli include nelle sue pagine anche francobolli, biglietti di viaggio, etichette ed altri oggetti cartacei così da portare il mondo visitato dentro il taccuino. "Chiamo questo tipo di apporti «Lacrimae rerum». Dare loro spazio nelle mie opere vuol dire «ascoltare il pianto delle cose»”.

Scriveva Charles Baudelaire: “Nessuno è più adatto a gustare un paesaggio di colui che lo osserva per la prima volta, poiché la natura si presenta allora in tutta la sua estraneità, non ancora infiaccata da un troppo frequente sguardo”.
Come scrive Faravelli: Viaggiare con il taccuino, disegnando come faccio da anni, è il mio modo di risarcire il mondo -il creato- dall'usura dello sguardo «infiacchito».
E ancora: quando disegno un paesaggio, un bambù, divengo quel paesaggio, quel bambù.

E' verissimo.
Ricordo la prima volta in cui vidi Venezia nel 1988, ne rimasi così rapito che annotai sul mio taccuino:
"quando salii sul traghetto cominciai ad avvertire una strana sensazione...
ero sempre più assente, non ero più in me.
Ero in quelle pietre secolari, in quei legni, in quell'acqua profonda e lamentosa...
La Serenissima la chiamano, ma è una città spietata che ti rapisce il cuore.
E' meravigliosa, è crudele...
Perchè non sono una gondola?
Un gradino di una qualsiasi scalinata?
Anche l'ultima pietra di una città eterna?
E voler diventare un'oggetto non è forse la volontà più acuta di annullarsi?"

LE METAMORFOSI DEL VIAGGIATORE
Stati mentali, onirici e reali del partire < e del tornare >
Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Corso Magenta n. 59 - Milano
dal 19 ottobre al 1 dicembre 2012

Orari
da martedì a venerdì 15.00 - 19.00
sabato 10.00 - 18.00
chiuso domenica e lunedì - INGRESSO LIBERO





Pierluigi Longo
Stefano Faravelli
Stefano Faravelli


Andrea Dalla Barba
Isabella Galeazzi
Marina Cremonini
Patrizia Manfroi
Marcella Brancaforte
Paolo Rui

 
Stefano Faravelli
Stefano Faravelli









domenica 21 ottobre 2012

VIDEOGAMES (2) - AMANITA DESIGN

 
Amanita Design è un piccolo ed indipendente studio che si occupa dello sviluppo di videogiochi nella Repubblica Ceca. Esso è stato istituito nel 2003 quando Jakub Dvorsky, laureato presso l'Accademia delle arti di Praga con un gioco flash online gratuito chiamato Samorost come il suo progetto di tesi. Nel 2005 Václav Blín si unisce come animatore e i due realizzano il seguito del gioco (Samorost2). Oggi fanno parte dello studio diversi collaboratori eccellenti: il musicista Tomáš Dvorák 'Floex', i programmatori David Oliva e Jan Werner, il pittore Adolf Lachman, l'audio maker Tomáš Dvorák 'Pif' e l'animatore Jaromír Plachý.
Oltre a giochi per computer, Amanita Design ha creato anche un paio di video musicali, siti Web, animazioni ed illustrazioni.

http://amanita-design.net/index.html

per chi volesse cimentarsi nel demo:
http://machinarium.net/demo/
http://botanicula.net/

giovedì 18 ottobre 2012

SPACE INVADERS / l'invasione dello spazio urbano


















Non sono mai stato una appassionato di videogiochi. Li ho sempre considerati un pò noiosi e ripetitivi. Mi piacerebbe molto più crearli. Ho un solo ricordo: 12-13 anni, vacanze in Puglia da Nonna Filomena e zio Franco, al Bar Fritz. Il Bar Fritz era (sic!) il più antico e bello di Cerignola (FG), fondato dal mio bisnonno materno nel 1904 e situato accanto al Teatro Mercadante dove Mascagni compose, intorno al 1890, "La Cavalleria Rusticana" e dove si potevano gustare gelati artigianali e cornetti strepitosi! 
In quel bar, tra la boiserie di inizio secolo e i grandi specchi serigrafati dalle immagini liberty dei liquori, qualche pomeriggio, giocavo con le "macchinette a gettone" a Space Invaders. Ricordo che la sera, quando andavo a dormire e chiudevo gli occhi, continuavo a vedere quei mostriciattoli alieni, in una sorta di perenne "fenomeno della permanenza dell'immagine" non solo sulla retina ma anche nella mente.
Forse qualcosa di simile è capitato all'artista francese di street art che si fa chiamare Invader (classe 1969, per l'appunto) che ha disseminato il pianeta di immagini formate da mosaici colorati che riproducono i tipici protagonisti del gioco nato nel 1978.

Maggiori info su: http://it.wikipedia.org/wiki/Invader

Vedere anche il film del celebre artista Banksy : Exit Through the Gift Shop

La mostra al Macro di Roma del 2010: http://www.wunderkammern.net/invader/invader.htm

A Torino (probabilmente di suoi epigoni): http://www.flickr.com/photos/mad-za/with/96361466/#photo_96361466

L'invasione pacifica (ben diversa da quella orrorifica del graffitismo urbano contemporaneo) è presente in oltre 40 città nel mondo: http://www.space-invaders.com/sominv.html
E continua...

To be continued..





venerdì 8 giugno 2012

Cinemagraph: oltre la morte.















Roland Barthes nel suo bellissimo saggio La camera chiara esamina il medium della fotografia fornendo
un personalissimo quanto acuto punto di vista.
"...la Fotografia rappresenta quel particolarissimo momento in cui, a dire il vero, non sono né un
oggetto né un soggetto, ma piuttosto un soggetto che si sente diventare oggetto: in quel momento io vivo
una micro-esperienza della morte: io divento veramente spettro.
Il Fotografo lo sa bene, ed egli stesso ha paura di questa morte nella quale il suo gesto sta per

imbalsamarmi."
E' per ovviare a questa immobilità che forse qualcuno ha pensato di animare una porzione dell'immagine
fotografica e trasformare la Photograph(y) in Cinemagraph.
Sebbene assomiglino alle GIF animate in realtà nelle Cinemagraph solo una porzione dell'immagine si anima e la fotografia da morte piatta, per dirla ancora con Barthes, si rianima e prende vita, anche solo per un istante, seppur reiterato all'infinito.
Ora, questa fotografia animata, la possiamo vedere sullo schermo di un computer, di un telefonino, di un Ipad o su una cornice digitale. Domani, forse, su un supporto simil-cartaceo come in una tradizionale foto.
Ma a ben pensarci lo abbiamo già visto ben 30 anni fa, al cinema.
Io lo ricordo in quel momento incantevole e fugace del film Blade Runner quando Deckard (Harrison Ford)
trova una foto della replicante Rachel (Sean Young) bambina insieme a sua "madre": per un attimo nella foto il vento spazza via le foglie, muove i capelli e disegna delle ombre sui loro visi.
Il tempo irrompe nella fotografia: è il soffio vitale. E' cinema.

Lo spezzone del film: http://www.youtube.com/watch?v=380x0hUqwTw

Alcuni siti dove poter apprezzare le cinemagraph:
http://cinemagraphs.com/
http://fromme-toyou.tumblr.com/tagged/gif

cinemagraph personale

venerdì 18 maggio 2012

LOGO, NO-LOGO, IPER-LOGO

Google doogle dedicato all'artista Nam June Paik










Parafrasando Marc Augè (la rete non è forse il non-luogo o iper-luogo per eccellenza?) voglio parlare in questo post dei Google Doodle. I doodle sono personalizzazioni del logo del motore di ricerca Google che vengono visualizzate sulla home page di Google in occasione di particolari eventi e feste o ricorrenze (per esempio l'inizio della primavera, Natale, Halloween, il Giorno della Terra, ecc.), o negli anniversari di importanti personaggi (come grandi scienziati o artisti) o di invenzioni e scoperte scientifiche. I Doodle possono essere "globali" cioè uguali in tutto il mondo o essere locali, ossia specifici per le versioni locali della home page di Google - in Italia ad esempio doodle sono stati dedicati a Manzoni, alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, a Vivaldi, Fellini, Pomodoro (http://www.google.com/doodles/gio-pomodoros-81st-birthday), ecc. 
Il primo Google Doodle apparso sulla homepage del motore di ricerca è stato dedicato al festival del Burning Man il 30 agosto 1998.(http://www.google.com/doodles/burning-man-festival)
I successivi loghi di Google sono stati disegnati dal graphic designer Dennis Hwang che fu incaricato da Larry Page e Sergey Brin di disegnare, per il 14 luglio 2000, un logo raffigurante la presa della Bastiglia.
Alcuni sono molto belli ed originali sia per la grafica:
http://www.google.com/doodles/francois-truffauts-80th-birthday;
che per l'interazione animata:
1) http://www.google.com/logos/2011/lespaul.html realizzata per il 96º anniversario della nascita di Les Paul, inventore della chitarra Gibson attraverso una combinazione di JavaScript, HTML5, CSS, Flash (per il suono) e strumenti come theGoogle Font API, goo.gl e App Engine.
2) http://www.google.it/pacman/ il 21 maggio 2010 Google ha festeggiato il trentesimo compleanno del celebre videogioco degli anni '80 Pac-Man. È stato il primo logo interattivo creato da Google. A causa dell'alta richiesta da parte degli utenti del logo giocabile, Google ha rilasciato un sito dove è possibile giocare con le stesse funzionalità della pagina originale.
3) http://www.google.com/doodles/heinrich-rudolf-hertzs-155th-birthday155 anniversario della nascita di Heinrich Rudolf Hertz scopritore delle onde radio.
4) http://www.google.com/doodles/eadweard-j-muybridges-182nd-birthday il 9 aprile 2012, 182° anniversario della nascita di Eadweard Muybridge, il logo di Google diventa un filmato che imita lo Zoopraxiscopio, nella forma di un cavallo in movimento.
5) http://www.google.com/doodles/mothers-day-2012 bella animazione dedicata alla Festa della mamma del 13 maggio 2012.
6) http://www.google.com/doodles/alexander-calders-113th-birthday  dedicato allo scultore americano Calder è il primo Google Doodle realizzato con html5 e usando un browser aggiornato è possibile interagire con esso.
7) http://www.google.com/doodles/martha-grahams-117th-birthday è stata realizzata dal filmaker e animatore statunitense Ryan Woodward per ricordare la nascita della celebre ballerina e coreografa americana Martha Graham. 

Per chi volesse vederli tutti: http://www.google.com/doodles/finder/2012/All%20doodles
doodle personalizato dedicato ai miei 2 "monelli" Elena e Alessandro ;-)










martedì 17 aprile 2012

Die Neue Deutsche Comic-Kultur / La Nuova Cultura Fumettistica Tedesca


Comics, Manga & Co. è la mostra organizzata dal Goethe-Institut insieme a Matthias Schneider che testimonia la rinascita del fumetto tedesco attraverso i lavori di due generazioni di disegnatori: da un lato quella dell'avanguardia fumettistica (e indipendente) e dall'altro quella della generazione più giovane e sperimentatrice. Sono infatti soprattutto gli illustratori originari dell'ex Repubblica Democratica Tedesca a fornire nuovi impulsi estetici, sia riprendendo tradizionali procedure grafiche e tipografiche, sia utilizzando moderne tecnologie. Ne risulta una mostra molto interessante per la varietà delle tecniche, delle forme narrative e delle soluzioni editoriali adottate.
Come ormai da diverso tempo, emerge la necessità del nuovo fumetto (non solo tedesco) di utilizzare numerosi approcci estetici più vicini alla grafica, all'illustrazione o alla pittura attraverso l'uso di strumenti tradizionali (matita, pennello o carboncino) o contemporanei (tavoletta grafica e computer).

La mostra sarà esposta in tre sedi delle Biblioteche Civiche Torinesi dal 19 aprile al 23 maggio 2012:

Biblioteca Civica Centrale - Via della Cittadella 5, Torino - Tel. +39 011.4429812 / -13
biblioteca.centrale@comune.torino.it

Biblioteca Civica Cesare Pavese - Via Candiolo 79, Torino - Tel. +39 011.4437080
biblioteca.pavese@comune.torino.it

Biblioteca Civica Villa Amoretti - Corso Orbassano 200, Torino - Tel. +39 011.4438604 / -5
biblioteca.amoretti@comune.torino.it

Informazioni ed approfondimenti su:
http://www.goethe.de/ins/it/lp/prj/lit/itc/it8612922.htm

http://www.goethe.de/mmo/priv/9045871-STANDARD.pdf

Alcune tavole fotografate (impropriamente) a Torino Comics 2012

sabato 10 marzo 2012

Moebius - l'ultimo viaggio.

 

 

 

 

 

 

 


 



Oggi, il disegnatore e fumettista francese Jean Giraud, conosciuto anche con gli pseudonimi di Gir e Moebius, e padre del tenente Blueberry, di Arzach, e di moltissime altre straordinarie storie di fantascienza, è morto a Parigi dopo una lunga malattia. Lo ha detto all'Afp una delle sue collaboratrici. Jean Henri Gaston Giraud, questo il suo vero nome, avrebbe compiuto 74 anni il prossimo maggio.

Arrivederci, insuperabile artista della matita, ci ritroveremo, come amavi spesso disegnare, in un'altra forma e in un'altro universo.

http://www.corriere.it/cultura/12_marzo_10/morto-moebius_3a60f65a-6aad-11e1-8b63-010bde402ef9.shtml

mercoledì 28 dicembre 2011

Love is beautiful

 
Auguri a tutti i lettori di questo blog.












Visto che quest'anno, dopo ben 13 anni di "onorato servizio", la mia installazione di Luci d'Artista "L'amore non fa rumore" non è collocata nelle vie di Torino (forse è a Napoli) ho deciso di proporne una personalmente che sia di buon augurio per il futuro: Love is beautiful.

venerdì 28 ottobre 2011

Mulatu Astatke & The Heliocentrics














Non sono un esperto di musica. Il mio background musicale è variegato. Intorno ai 13 anni ho amato molto Celentano, e ascoltavo anche i cantautori italiani: Dalla, DeGregori, De Andrè. Qualche anno dopo è stata la volta di Battisti, Bennato, Battiato, Conte. Negli anni 80 anche grazie all'amico Enzo e ad alcuni dj illuminati (Radio Flash e Radio Torino Popolare), è stata la volta della New Wave (The Cure, Siouxsie and the Banshees, Sister of Mercy, Cocteau Twins, Simple Minds, Joy Division, Depeche Mode, David Bowie, Jesus and Mary Chain, The Smiths, Ultravox), e del Rock - Pop - Soul - Disco e R&B (U2, Alan Parson, Peter Gabriel, Elvis Costello, Blues Brothers, Marvin Gaye, Kool & The Gang, KC & The Sunshine Band, Diana Ross, Gloria Gaynor, Aretha Franklin, Louis Armstrong). E poi tanti altri: Elvis Costello, Tom Waits, Lou Reed, Patty Smith, Rem, Pogue, Psychedelic Furs, Roxy Music, Prince, Simon and Garfunkel, Sinead O' Connor... con escursioni nella classica di Beethoven, Mozart, Rossini... e nel Jazz di Miles Davis, Charlie Parker, George Gershwin, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Archie Shepp.

Recentemente l'amico Alessandro mi ha fatto ascoltare un cd: “Mulatu Astatke & The Heliocentrics
Inspiration Information ” che mi è piaciuto molto. Lui è un musicista etiope, padre dell'Ethio Jazz, miscela di suoni Jazz e Latin con elementi di musica etiopica; loro una band crossover che realizza un mosaico di sonorità (come traspare dalla grafica della copertina del cd). Sono sempre stato per la contaminazione (fa parte anche del mio lavoro, accostare più discipline tra loro per rendere più ricco e stimolante il risultato finale) e in questo album c'è molta commistione. Ci sono molti strumenti e molti generi: ci sono chitarre, fiati, percussioni, voci, suoni psichedelici, black, funky, jazz ed elettronici. C'è molto insomma, da ascoltare più volte. Raffinato e contemporaneo.

Inspiration Information 3
Mulatu Astatke & the Heliocentrics

Strut/!K7 - distr. Audioglobe (2009)

mercoledì 26 ottobre 2011

Graphic Novel









E' con grande piacere che segnalo una serie di incontri che Il Circolo dei lettori di Torino, ha realizzato in collaborazione con la Scuola Holden, dedicati alla Graphic Novel ossia al "romanzo grafico"  dal 12 ottobre al 17 novembre 2011.
Questo filone del fumetto d'autore sta vivendo in questi ultimi anni in Italia (in Francia, già da molto tempo in realtà, ma si sa, oltralpe il fumetto gode di ben più ampia e giustificata fama), una costante popolarità.
Gli autori di tali incontri saranno:
- Posy Simmonds, ideatrice di Tamara Drewe;
- Davide Reviati (Morti di sonno, Dimenticare Tienanmen);
- Manuele Fior (Cinquemila chilometri al secondo con cui ha vinto il Fauve d'Or al Festival di Angouleme - l’oscar del fumetto e La signorina Else tratto da un racconto di Schnitzler);
- Craig Thompson, (Blankets) icona del mondo della graphic novel che presenta in anteprima il progetto Habibi;
- Mirka Andolfo e Fabio Celoni che presenteranno Il cacciatore di aquiloni, anche su Ipad;
- Lorenzo Mattotti, uno dei miei autori preferiti scoperto nel 1994 con Fuochi e La zona fatua, pietre miliare della narrativa disegnata.
Un plauso quindi a Sara Boggio curatrice di questa iniziativa.
Per chi fosse interessato:
http://www.circololettori.it/index.php?evt[page-displayItem]&id=259


venerdì 7 ottobre 2011

STEVE JOBS - I Am Alive and You Are Dead


















Non sono mai stato un fan della Apple.
Nel 1977 quando fu introdotto sul mercato il primo Personal Computer (l'Apple II) avevo 10 anni ed allora l'informatica era per pochi. A mio fratello intorno al 1982 fu regalato lo Zx Spectrum della Sinclair un home computer per videogiochi ma la grafica era troppo approssimativa perchè il mezzo potesse catturare il mio interesse.
Ricordo che quando mi accostai alla computer graphics intorno ai primi anni 90 il mondo si divideva tra chi utilizzava il Mac e chi Windows. Il Mac era il top per chi faceva grafica 2D. Ma chi, come me, era appassionato di 3D la scelta ricadeva su due alternative: o Silicon Graphics con le sue costose workstation grafiche (Indigo, Octane, ecc) e i relativi costosi software (Alias Wavefront, Softimage) o un comunissimo PC con sistema operativo DOS, prima, e Windows, poi, con Autodesk 3DStudio.
Da allora il gap tecnologico tra la grafica del Mac e quella di Windows si è sempre più ridotto ma la divisione (ideologica) tra i fans dei due sistemi è rimasta.
L'errore più grande della Apple di quegli anni fu quello di pensare ad un sistema chiuso dell'hardware e del software mentre il rivale Microsoft operava la scelta diametralmente opposta lasciando aperto il suo software ai contributi di altri sviluppatori (plug-in). Lo stesso discorso varrà per il 3D realizzato con sistemi Silicon Graphics/Unix rispetto PC/windowsNT . 
E' indubbio, però, che Steve Jobs sia stato un precursore: dall'invenzione del Personal Computer all'introduzione del mouse e all'interfaccia grafica ad icone, la società di Cupertino (California) ha operato una continua semplificazione dell'interazione uomo-macchina, raggiungendo con l'Iphone e l'Ipad una rivoluzione senza precedenti, grazie a schermi touch screen. Tale caratteristica, unita alla grande attenzione per l'estetica e al design del prodotto,  ha determinato il successo mondiale che tutti conosciamo.
Gli altri, poi, evidentemente, hanno copiato le visioni di Jobs.
Per non parlare poi della Pixar...

Concludo questo contributo con due immagini.
La prima, in apertura di questo post, è un omaggio alla sua memoria;
l'altra, qui sotto, è un disegno realizzato qualche mese fa per una T-Shirt:
al di là delle citazioni e dei rimandi ad alcune mie passioni e affinità elettive, (sono almeno una quindicina alcune già annotate in questo blog - chi le trova tutte mi conosce davvero) c'è un Leonardo da Vinci che tiene in mano un Ipad.

"Siate affamati, siate folli".
Steve Jobs (San Francisco, 24 febbraio 1955 – Palo Alto, 5 ottobre 2011)


mercoledì 5 ottobre 2011

ENRICO CASTELLANI


















Dal 14 Ottobre al 17 Dicembre 2011 la Galleria Tornabuoni Arte proporrà una magistrale retrospettiva dedicata ad Enrico Castellani attraverso 45 dei suoi capolavori.
Nel 1959 Castellani realizza la sua prima superficie a rilievo dando inizio alla sua personale poetica con la tecnica della “ripetizione differente-alternata” attraverso un’attenta scelta dello spazio tra i rilievi e le rientranze che conferiscono ritmo alle sue tele. Il ritmo appunto, insieme al tempo, allo spazio e alla luce sono i temi cari a Castellani che caratterizzeranno l'intero suo lavoro.
La ricerca artistica di Castellani (insieme a Piero Manzoni, Agostino Bonalumi e altri) è caratterizzata dal superamento dell'informale: la tela non è più superficie di supporto pittorico ma diventa essa stessa opera, forma e materia inarcandosi in introflessioni ed estroflessioni realizzate attraverso sottostrutture in metallo e legno che mettono in tensione la tela.
La tela di cotone viene infine campita uniformemente da colori acrilici monocromatici (spesso il bianco ma anche rosso, verde, giallo, blu, argento e oro) al fine di dematerializzare l'opera.
Definito da Donald Judd in un articolo del 1966 come il padre del minimalismo, Enrico Castellani è rigoroso nel metodo e semplice e pulito nel risultato; le sue "superfici" ritmano il tempo e lo spazio, si modificano con la luce e con il punto di vista dell'osservatore. Per me sono anche, in qualche modo, mistiche.

Per chi si trovasse a Parigi:
ENRICO CASTELLANI - Retrospettiva
dal 14/10/2011 fino al 17/12/2011
Tornabuoni Art
16, avenue Matignon, 75008
telefono:+33 153535151/50
e-mail: info@tornabuoniart.fr
sito: http://www.tornabuoniart.fr/



lunedì 19 settembre 2011

DANILO & C.




Com'erano pungenti le vignette di DANILO su "la settimana enigmistica". Mi piaceva il suo tratto un pò infantile, imperfetto (che mi ricorda, per certi versi, sebbene più raffinato, quello di Steinberg), con il quale connotava i personaggi in maniera precisa restituendone tutta la loro umanità. Il suo era un umorismo sarcastico e pungente. DANILO (Danilo Aquisti, Roma, 1927) insieme a COCO (Giuseppe Coco,Biancavilla, 1936), CARNEVALI (Adriano Carnevali, Milano 1948), BORT (Mario Bortolato, Salzano - VE, 1926), MANNU (Umberto  Mannu ), BOTTER (Antonio Botter, Milano, 1938-1967), CAVALLO (Giorgio Cavallo, Moncalieri 1927, Torino 1994), CATTONI (Ernesto Cattoni, Milano 1936) e molti altri, costituirono un gruppo di autori formidabili raccolti nell' agenzia Disegnatori Riuniti  di Cassio Morosetti: http://www.cassiomorosetti.it/agenzia.htm
Chissà se un giorno una pubblicazione riunirà tutte le loro vignette?



lunedì 25 luglio 2011

La La La Human Steps













Nel 1988 in una puntata della trasmissione televisiva "Fuori Orario" di Enrico Ghezzi
ebbi modo di conoscere due straordinari interpreti della danza contemporanea: il coreografo Edouard Lock e la sua ballerina prediletta Louise Lecavalier. Il lavoro della compagnia La La La Human Steps fondata da Lock nel 1980 era straordinario per intensità e virtuosismo. Nello specifico, la performance è caratterizzata da una accellerazione spasmodica dei movimenti dei danzatori unita ad una precisione spietata che sono diventati uno dei marchi di fabbrica della compagnia canadese. 
Inutile dire che il rinnovamento stilistico della danza di Lock portò ad un susseguirsi di riconoscimenti internazionali e a collaborazioni con artisti del calibro di David Bowie e Frank Zappa. Il "punk urban style" di Lock trovò nella ballerina platinata e androgina Louise Lecavalier (ricordate la replicante Daryl Hannah di Blade Runner - 1982- ?), danzatrice di grandi capacità tecniche e acrobatiche, la propria musa ispiratrice e la principale icona distintiva della sua compagnia.

Di seguito un estratto del video
"La la la human sex duo n°1" - (1987, 7’)
Coreografia: Edouard Lock
Danzatori: Edouard Lock e Louise Lecavalier
Regia: Bernar Hebert
nel quale qualcuno potrà trovare delle affinità con il post precedente relativo ai lavori dei Masbedo.




Un'altro esemplare lavoro è “Amelia” del 2003
coreografia: Édouard Lock;
danzatrice: Zofia Tujaka.

martedì 28 giugno 2011

MASBEDO

















Ormai da parecchi anni le biennali d'arte (ma anche di architettura) mostrano un gran numero di opere di video artisti. All'inizio quest'invasione aveva, o almeno così veniva percepita, un carattere di novità e di forza dirompente rispetto alle altre forme artistiche (pittura, scultura, soprattutto). Sebbene la video arte abbia origini ben più lontane (si pensi a agli anni '60 di Nam June Paik, Bruce Nauman, John Baldessari, Bill Viola), è con la "maturazione" della TV e delle tecniche video che essa acquisisce maggior consapevolezza, grazie anche alle sperimentazioni dei videoclip e della pubblicità che esasperano il montaggio delle immagini, il ritmo sincopato e veloce, il rapporto con la musica e con altre forme espressive, prime fra tutte la fotografia e la musica.
I Masbedo utilizzano lo strumento in questi termini attingendo a numerosi riferimenti (gurdando le loro opere mi vengono in mente il cinema espressionista di Eisenstein, la videografica di Zbig Rybczynski, il cinema di Lynch). I ritmi sono sincopati, la fotografia seducente ed esteticamente ineccepibile, le musiche perturbanti. I loro video sono girati in contesti paesaggistici estremi di grande fascino, nei quali una natura sovrana amplifica le sensazioni. In queste sconfinate ed incontaminate scenografie naturali i pochi - uno o due - personaggi ripresi esprimono, con i loro abiti e le loro azioni, la propria inadeguatezza, i loro drammi esistenziali, le lotte interiori tra amore e solitudine, dolore e incomunicabilità.

MASBEDO

martedì 21 giugno 2011

Oltre il Giardino (Being There)

















Ho amato moltissimo questo film di Hal Asby del 1979 in cui Chance un giardiniere analfabeta, ritardato e teledipendente (Peter Seller nel suo penultimo film prima della sua scomparsa un anno dopo che gli valse anche la candidatura all'Oscar) per una serie di circostanze riesce a scalare tutti i gradini della società americana fino alla candidatura alla Casa Bianca.
Delicato eppure incisivo, garbato e ironico il film è una denuncia sul potere mediatico della televisione, sul
confronto-scontro tra classi sociali, sul rapporto tra apparire ed essere, sulla incomunicabilità tra le persone.
Tra gli interpreti anche Melvyl Douglas (Ben, ricco e ammalato industriale e consigliere del Presidente) e Shirley MacLaine (la moglie che s'innamora della leggerezza di Chance Giardiniere Peter Sellers.
Spassosi i dialoghi specie quando gli industriali parlando della situazione economica con metafore e allegorie riferite al mondo agricolo (il raccolto, la semina, l'estate e l'inverno) vengono da Chance presi alla lettera e le sue risposte appaiono un pò bizzarre ma intese a loro volta come rimandi a quelle metafore.
Indimenticabile e surreale il finale del film quando Chance si allontana dalla funzione funebre dell'amico Ben e attirato dalla natura circostante cammina leggero e quasi rendersene conto sull'acqua di un laghetto: "la vita è uno stato mentale".

Il finale poetico del film:
http://www.youtube.com/watch?v=dmb3CghqNgs&feature=player_embedded

venerdì 20 maggio 2011

Il sonno della ragione - e ZBrush - genera mostri.

Da qualche anno a questa parte i lavori degli artisti di computer grafica sono caratterizzati da creature mostruose mai viste.
Tale fenomeno, se da un lato potrebbe essere letto in maniera sociologica e psicoanalitica come manifestazione delle paure e dei drammi dei nostri tempi (dal Nucleare alle violenze personali, dagli effetti nefasti sull'ambiente ad opera dell'Uomo al Terrorismo), dall'altro ha origine (come spesso accade) dal realizzarsi di un aspetto tecnico ben preciso: l'affermarsi di software che permettono, come nel caso specifico, la modellazione tridimensionale di forme organiche complesse e dettagliatissime.
E' quello che avvenne anni fa per le NURBS (dall'acronimo Non Uniform Rational B-Spline ovvero curve matematiche che consentirono la realizzazione di superfici complesse) che permisero, nel mondo del car design, di passare da vetture squadrate come la Wolkswagen Golf, la Fiat Panda e 126 alle forme più morbide, accattivanti e aerodinamiche della Ka, della Fiat Barchetta, dell'Audi TT, etc.
L'introduzione di questi software, prima ZBrush della Pixologic e poi Mudbox di Autodesk, ha generato un ricco e nutrito esercito di Golem, Alieni, Zombies, Orchi e Mostri d'ogni genere, ovvero la materializzazione delle nostre più recondite ossessioni e inconfessabili fobie.
Di seguito cliccando sull'immagine sottostante una piccola serie di eccellenti lavori a dimostrazione di quanto argomentato.