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venerdì 20 maggio 2011

Il sonno della ragione - e ZBrush - genera mostri.

Da qualche anno a questa parte i lavori degli artisti di computer grafica sono caratterizzati da creature mostruose mai viste.
Tale fenomeno, se da un lato potrebbe essere letto in maniera sociologica e psicoanalitica come manifestazione delle paure e dei drammi dei nostri tempi (dal Nucleare alle violenze personali, dagli effetti nefasti sull'ambiente ad opera dell'Uomo al Terrorismo), dall'altro ha origine (come spesso accade) dal realizzarsi di un aspetto tecnico ben preciso: l'affermarsi di software che permettono, come nel caso specifico, la modellazione tridimensionale di forme organiche complesse e dettagliatissime.
E' quello che avvenne anni fa per le NURBS (dall'acronimo Non Uniform Rational B-Spline ovvero curve matematiche che consentirono la realizzazione di superfici complesse) che permisero, nel mondo del car design, di passare da vetture squadrate come la Wolkswagen Golf, la Fiat Panda e 126 alle forme più morbide, accattivanti e aerodinamiche della Ka, della Fiat Barchetta, dell'Audi TT, etc.
L'introduzione di questi software, prima ZBrush della Pixologic e poi Mudbox di Autodesk, ha generato un ricco e nutrito esercito di Golem, Alieni, Zombies, Orchi e Mostri d'ogni genere, ovvero la materializzazione delle nostre più recondite ossessioni e inconfessabili fobie.
Di seguito cliccando sull'immagine sottostante una piccola serie di eccellenti lavori a dimostrazione di quanto argomentato.

giovedì 19 maggio 2011

3D Studio




Era il 1993 quando iniziai i primi esperimenti di grafica 3d. Acquistai una rivista mensile dal titolo Virtual nella quale su floppy disk (qualcuno potrà non sapere cos'è...) era contenuto un certo PovRay software di modellazione 3D piuttosto laborioso. Aveva un'interfaccia grafica scarna e occorreva scrivere decine di stringhe di codice per ottenere, senza possibilità di preview, un rendering della scena immaginata.
Nel 1996 ebbi modo di vedere un'altro software che girava sul sistema operativo MS DOS (?): Imagine.
Rimasi colpito delle possibilità e decisi di provarne uno simile: girava anche lui sotto MS DOS e si chiamava 3D Studio.
Quel software rivoluzionario - padre dell'attuale Autodesk 3ds Max - divenne una delle mie passioni.
Sebbene abbia una mano felice - i miei esami di disegno ad architettura furono tutti realizzati al tecnigrafo e a mano libera - decisi che l'utilizzo di un software di modellazione 3d e rendering poteva incrementare le possibilità espressive delle mie idee.
Ma allora, all'epoca dell'ultimo 3DStudio R4 la grafica 3D era quasi agli arbori: non esisteva quasi tutto.
Mancava la funzione Undo! (c'era solo la possibilità di salvare temporaneamente il lavoro con il comando Hold/Flech), non c'era la modellazione parametrica, non esisteva il radiosity, men che meno i software un-biased tipo Maxwell Render e Fryrender, la character animation era macchinosa e in sostanza realizzare un rendering fotorealistico richiedeva giorni di lavoro anche perchè non si potevano avere delle preview mancando le viste ombreggiate e illuminate di 3ds max.
Mi feci quindi le ossa utilizzando dapprima 3d studio sotto DOS e poi nel 1995 3d Studio Max. L'ho insegnato per anni, sia in corsi di specializzazione presso centri di formazione che in corsi universitari presso la Facoltà di Architettura di Torino.
Di seguito alcuni rendering in computer graphics con 3D Studio/3D Max.
In un prossimo post la storia di questo software, ormai mitico.


Clicca sull'immagine per vedere alcuni pregevoli lavori di artisti realizzati con 3D Studio Max 4, 6, 2010