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martedì 28 giugno 2011

MASBEDO

















Ormai da parecchi anni le biennali d'arte (ma anche di architettura) mostrano un gran numero di opere di video artisti. All'inizio quest'invasione aveva, o almeno così veniva percepita, un carattere di novità e di forza dirompente rispetto alle altre forme artistiche (pittura, scultura, soprattutto). Sebbene la video arte abbia origini ben più lontane (si pensi a agli anni '60 di Nam June Paik, Bruce Nauman, John Baldessari, Bill Viola), è con la "maturazione" della TV e delle tecniche video che essa acquisisce maggior consapevolezza, grazie anche alle sperimentazioni dei videoclip e della pubblicità che esasperano il montaggio delle immagini, il ritmo sincopato e veloce, il rapporto con la musica e con altre forme espressive, prime fra tutte la fotografia e la musica.
I Masbedo utilizzano lo strumento in questi termini attingendo a numerosi riferimenti (gurdando le loro opere mi vengono in mente il cinema espressionista di Eisenstein, la videografica di Zbig Rybczynski, il cinema di Lynch). I ritmi sono sincopati, la fotografia seducente ed esteticamente ineccepibile, le musiche perturbanti. I loro video sono girati in contesti paesaggistici estremi di grande fascino, nei quali una natura sovrana amplifica le sensazioni. In queste sconfinate ed incontaminate scenografie naturali i pochi - uno o due - personaggi ripresi esprimono, con i loro abiti e le loro azioni, la propria inadeguatezza, i loro drammi esistenziali, le lotte interiori tra amore e solitudine, dolore e incomunicabilità.

MASBEDO

martedì 21 giugno 2011

Oltre il Giardino (Being There)

















Ho amato moltissimo questo film di Hal Asby del 1979 in cui Chance un giardiniere analfabeta, ritardato e teledipendente (Peter Seller nel suo penultimo film prima della sua scomparsa un anno dopo che gli valse anche la candidatura all'Oscar) per una serie di circostanze riesce a scalare tutti i gradini della società americana fino alla candidatura alla Casa Bianca.
Delicato eppure incisivo, garbato e ironico il film è una denuncia sul potere mediatico della televisione, sul
confronto-scontro tra classi sociali, sul rapporto tra apparire ed essere, sulla incomunicabilità tra le persone.
Tra gli interpreti anche Melvyl Douglas (Ben, ricco e ammalato industriale e consigliere del Presidente) e Shirley MacLaine (la moglie che s'innamora della leggerezza di Chance Giardiniere Peter Sellers.
Spassosi i dialoghi specie quando gli industriali parlando della situazione economica con metafore e allegorie riferite al mondo agricolo (il raccolto, la semina, l'estate e l'inverno) vengono da Chance presi alla lettera e le sue risposte appaiono un pò bizzarre ma intese a loro volta come rimandi a quelle metafore.
Indimenticabile e surreale il finale del film quando Chance si allontana dalla funzione funebre dell'amico Ben e attirato dalla natura circostante cammina leggero e quasi rendersene conto sull'acqua di un laghetto: "la vita è uno stato mentale".

Il finale poetico del film:
http://www.youtube.com/watch?v=dmb3CghqNgs&feature=player_embedded